Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che l'autorizzazione comunale al rilascio di un passo carrabile, regolarmente concessa e confermata con successivo permesso di costruire, non può essere revocata o annullata in via di autotutela in modo implicito attraverso un provvedimento di ripristino dello stato dei luoghi, senza una espressa e puntuale ponderazione dell'interesse pubblico con gli interessi contrapposti del privato e senza l'indicazione delle specifiche ragioni di illegittimità o inopportunità del precedente provvedimento autorizzatorio. Ciò in quanto l'adozione di un provvedimento di autotutela, sia esso di annullamento o di revoca, esige una motivazione adeguata che espliciti le ragioni giustificatrici della nuova determinazione, nel rispetto del principio del contraddittorio procedimentale. Inoltre, la mera destinazione di un'area a verde o parcheggio pubblico non è, di per sé, ostativa all'apertura di un passo carrabile, specie se l'area interessata è di modesta entità rispetto agli standard urbanistici previsti. Infine, la mancata corresponsione della tassa di occupazione di suolo pubblico va perseguita con gli adeguati strumenti coattivi, mentre la clausola di revocabilità "ad nutum" apposta all'autorizzazione all'apertura del passo carraio esula dallo schema legale tipico dell'autorizzazione ex art. 22 codice della strada e deve, pertanto, ritenersi tamquam non esset.