La valutazione di impatto ambientale (VIA) costituisce un obbligo inderogabile per l'autorizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, previsti nell'Allegato II della Direttiva 85/337/CEE, in quanto tale obbligo discende direttamente dalla normativa comunitaria, anche in assenza di una specifica disciplina attuativa da parte della legislazione regionale. L'art. 40 della legge n. 146/1994 e il D.P.R. 12 aprile 1996, recante l'atto di indirizzo e coordinamento, rappresentano lo strumento con cui lo Stato italiano ha inteso dare attuazione alla Direttiva 85/337/CEE, imponendo l'obbligo di sottoporre a VIA tutti i progetti relativi agli impianti di cui all'Allegato II, a prescindere dall'adozione di una disciplina regionale di dettaglio. Pertanto, l'autorizzazione all'apertura e gestione di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, rilasciata senza la previa valutazione di impatto ambientale, risulta illegittima per violazione della normativa comunitaria e nazionale di recepimento. La mancata convocazione, nella conferenza di servizi, di tutti gli enti locali interessati, anche se non direttamente coinvolti nella localizzazione dell'impianto, integra un ulteriore vizio di legittimità del provvedimento autorizzativo, in quanto viola il principio di partecipazione procedimentale sancito dall'art. 7 della legge n. 241/1990.