Il termine per proporre appello avverso l'ordinanza conclusiva del procedimento sommario di cognizione decorre dalla data della sua pronuncia in udienza, equivalendo tale modalità di emanazione alla comunicazione della stessa ai sensi degli articoli 134 e 176 c.p.c. Pertanto, il termine breve di trenta giorni per l'impugnazione, previsto dall'articolo 702-quater c.p.c., inizia a decorrere dalla data della lettura in udienza dell'ordinanza, senza necessità di ulteriore comunicazione o notificazione da parte della cancelleria. Tale interpretazione, fondata su una lettura sistematica della disciplina del procedimento sommario di cognizione, risponde all'esigenza di garantire la ragionevole durata del processo e la stabilità delle decisioni non tempestivamente impugnate, in linea con la ratio acceleratoria che permea tale rito speciale. Tuttavia, la liquidazione delle spese processuali deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, con riferimento ai parametri tariffari applicabili e alle concrete attività difensive svolte, al fine di assicurare il rispetto del principio di proporzionalità e del diritto di difesa.