Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26975 del 2 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26975PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto non solo dalle specifiche modalità e circostanze del fatto per cui si procede, ma anche dalla personalità dell'indagato, caratterizzata da una pervicace e ossessiva tendenza criminale, tale da rendere certa la probabilità di commissione di ulteriori reati della stessa specie, anche in assenza di precedenti penali, in quanto l'incensuratezza non esclude di per sé il pericolo di reiterazione, potendo dipendere dal fatto che i precedenti reati non siano stati denunciati. Pertanto, la valutazione della personalità dell'indagato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve essere effettuata in modo concreto e specifico, senza ricorrere a formule di stile, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti, anche estranei al reato contestato, che siano indicativi della sua pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. MARMO Margherita - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. CO. n. il (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 02/03/2009 del TRIB. LIBERTA' di CAGLIARI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CORDOVA Agostino;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. DI POPOLO Angelo che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

In data 18.9.2008 il G.i.p. presso il Tribunale di Cagliari applicava a Co. Ca. la misura cautelare carceraria in ordine ai rea…

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