Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10548 del 10 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10548PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando gli atti compiuti dall'agente, valutati obiettivamente e indipendentemente dalle sue intenzioni soggettive, risultano idonei e univoci a realizzare il delitto, pur non essendosi verificato l'evento finale per cause indipendenti dalla sua volontà. Il giudice, nel valutare la sussistenza del tentativo, non può basarsi esclusivamente sulle ammissioni dell'imputato circa i suoi propositi interni, ma deve fare riferimento a elementi obiettivi desumibili dalla condotta e dalle modalità degli atti posti in essere. Tuttavia, l'accertamento dei requisiti di idoneità e univocità della condotta è una questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se non in presenza di manifesta illogicità. Parimenti, il giudice può desumere il pericolo concreto di reiterazione del reato dalle modalità particolarmente gravi del fatto commesso, indice di una inclinazione a delinquere e di un habitus delinquendi dell'imputato, giustificando così l'applicazione di una misura cautelare più afflittiva, quale gli arresti domiciliari, al fine di impedire la commissione di ulteriori reati della stessa specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCENZIO Ugo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Pasquino Giuseppe del Foro di Vibo Valentia, nell'interesse di DU. Ru. , nata a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale per il riesame di Catanzaro, in data 9/10/2008;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. Domenico Gallo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Giovanni D'Angelo, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

osserva:<…

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