Il decreto di espropriazione è legittimo se adottato entro i termini previsti dalla dichiarazione di pubblica utilità, anche se successivamente alla scadenza del termine di occupazione temporanea del bene. La dichiarazione di pubblica utilità, contenuta nell'atto di approvazione del progetto di opera pubblica, fissa i termini entro i quali devono essere avviate e completate le procedure espropriative, in conformità all'art. 13 della legge n. 2359/1865. Il termine quinquennale di occupazione temporanea, di cui all'art. 20 della legge n. 865/1971, è riferito a tale fase procedimentale, distinta ed autonoma rispetto all'espropriazione vera e propria. Pertanto, il decreto di espropriazione adottato entro i termini previsti dalla dichiarazione di pubblica utilità, anche se successivamente alla scadenza del termine di occupazione temporanea, è legittimo. Di conseguenza, le azioni di accertamento e condanna volte alla restituzione del bene o al risarcimento del danno sono infondate, in quanto presuppongono l'invalidità della procedura ablatoria, nella specie insussistente.