Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33909 del 12 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33909PEN

Massima

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Il reato di sottrazione di cose sottoposte a pignoramento di cui all'art. 388, comma 3, c.p. si configura quando il custode, cui è affidata la custodia di beni pignorati, ne dispone unilateralmente e indebitamente, determinandone il mancato reperimento da parte dell'ufficiale giudiziario. Tuttavia, tale condotta può integrare sia l'ipotesi dolosa di sottrazione, sia quella colposa di violazione dei doveri di custodia, a seconda che il custode abbia agito con coscienza e volontà di sottrarre i beni al vincolo cautelare ovvero per negligenza o imprudenza nell'adempimento dei propri obblighi. Pertanto, ai fini della corretta qualificazione giuridica della condotta, il giudice deve accertare se il custode abbia agito con dolo, determinando intenzionalmente la dispersione dei beni, oppure per colpa, omettendo le cautele necessarie alla conservazione del vincolo. In quest'ultimo caso, la condotta rientrerebbe nell'ipotesi di cui all'art. 388-bis c.p., relativa alla violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a pignoramento o sequestro. Inoltre, il giudice deve verificare se l'impossibilità di reperire i beni sia stata determinata da un'autonoma iniziativa del proprietario dell'immobile in cui erano custoditi, in tal caso configurandosi una causa sopravvenuta che escluderebbe la responsabilità del custode. Infine, ai fini della configurabilità del reato, è necessario che i beni sottratti appartengano al debitore esecutato, non essendo sufficiente il mero riferimento al credito azionato nell'esecuzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/12/2015 della CORTE APPELLO di TRIESTE visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANDREA TRONCI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il difensore di fiducia di (OMISSIS) propone ricorso per cassazione avverso la sentenza …

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