Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18527 del 24 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18527PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione di un soggetto a un'associazione di tipo mafioso non può essere desunta dalla mera esistenza di un rapporto di fiducia e confidenzialità con il capo del sodalizio criminoso, in assenza di elementi oggettivi che dimostrino il concreto inserimento dell'indagato nella struttura e l'effettivo svolgimento di attività funzionali al perseguimento dei fini illeciti dell'associazione. I gravi indizi di colpevolezza, ai sensi dell'art. 273 c.p.p., non possono fondarsi esclusivamente sulla conoscenza di fatti e dinamiche interne all'organizzazione mafiosa da parte del soggetto indagato, ma richiedono il riscontro di condotte e comportamenti specifici, rivelatori del suo effettivo coinvolgimento nelle attività delittuose del gruppo. Il mero uso del "voi" e dell'appellativo "compare" nell'interlocuzione con esponenti della consorteria criminale non costituisce di per sé prova sufficiente dell'appartenenza dell'indagato all'associazione, dovendo tali elementi essere valutati unitamente ad altri dati probatori che dimostrino in modo inequivoco il suo ruolo attivo all'interno della struttura mafiosa. Il giudice di rinvio, investito di pieni poteri di cognizione, non è vincolato ai soli punti indicati nella sentenza di annullamento, ma può procedere ad una nuova valutazione complessiva del compendio probatorio, senza tuttavia ripetere i vizi motivazionali del provvedimento annullato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 15/05/2012 del Tribunale di Torino;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. VOLPE Giuseppe, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata, con rimessione in liberta' dell'indagato…

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