Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11693 del 8 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:11693PEN

Massima

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La confisca di prevenzione patrimoniale è legittima solo se i beni da confiscare sono stati acquisiti nell'arco temporale in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto passivo della misura, essendo questo il presupposto ineludibile per l'applicazione della misura ablativa. La pericolosità sociale del soggetto e il nesso di pertinenzialità tra i beni e l'attività illecita devono essere accertati in modo congruo e logico dalla motivazione del provvedimento, che deve dare conto in modo esaustivo delle ragioni che giustificano l'esercizio del potere ablatorio, senza poter prescindere dalla valutazione della legittima provenienza delle risorse impiegate per l'acquisto dei beni, anche alla luce delle allegazioni difensive. L'erronea identificazione catastale dei beni confiscati non è di per sé sufficiente a escludere la legittimità della confisca, qualora risulti accertata la loro effettiva disponibilità da parte del soggetto ritenuto socialmente pericoloso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
3) (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
4) (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
Avverso il decreto emesso il 22/02/2019 dalla Corte di appello di Reggio Calabria;
Sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis));
Lette le conclusioni del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe la Corte di appello di Reggio Calabria con…

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