Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19226 del 8 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:19226PEN

Massima

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Il trattamento non autorizzato dei dati personali altrui, anche attraverso la creazione di un account fittizio, integra il reato di cui all'art. 167 del Codice della Privacy, a prescindere dall'effettiva diffusione o comunicazione dei dati stessi, essendo sufficiente il mero accesso e utilizzo non consentito. Tuttavia, tale condotta può altresì configurare il reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p. solo ove sia dimostrato che l'agente abbia agito con l'intento di trarre un ingiusto profitto o di recare danno all'altro soggetto, circostanza che deve essere accertata in concreto dal giudice. In ogni caso, il decorso del termine di prescrizione del reato, anche in presenza di cause di sospensione, determina l'estinzione dello stesso, con conseguente pronuncia di assoluzione, salvo che non emergano elementi idonei ad escludere in modo assolutamente non contestabile l'esistenza del fatto, la sua rilevanza penale o la commissione da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 356/2010 CORTE APPELLO di SALERNO, del 22/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. Pinelli M., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza deliberata i…

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