Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2175 del 17 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:2175PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personale nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso può fondarsi su elementi di prova e indizi tratti da procedimenti penali, anche non ancora conclusi, nonché su sentenze irrevocabili di condanna, senza che sia necessaria una valutazione di responsabilità penale. Ai fini dell'accertamento dell'attualità della pericolosità sociale, è sufficiente la sussistenza di elementi sintomatici di una "partecipazione" del proposto al sodalizio mafioso, purché tale valutazione non si fondi esclusivamente sulla presunzione di stabilità del vincolo associativo, ma sia verificata alla luce degli specifici elementi di fatto desumibili dal caso concreto. Inoltre, la confisca di beni può essere disposta anche quando il valore complessivo dei lavori di ristrutturazione e ampliamento successivi all'originaria edificazione, realizzati con risorse di provenienza illecita, risulti superiore al valore della struttura originaria, in assenza di giustificazione della liceità delle risorse impiegate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso il decreto emesso dalla Corte di Appello di Catanzaro il 20/12/2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Pietro Silvestri;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa Picardi Antonietta, che ha chiesto che i ricorsi siano dichiarati inammissibili.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanza…

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