Cassazione penale Sez. V sentenza n. 55063 del 28 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:55063PEN

Massima

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Il comportamento reiterato di espressioni denigratorie, intimidatorie e di aggressioni alla sfera privata della persona offesa, anche con l'uso di percosse, da parte dell'ex coniuge, non può trovare giustificazione nelle cause di reciprocità delle offese all'onore o di legittima difesa, in quanto tali condotte, protrattesi per un lungo periodo, hanno leso in modo unilaterale l'onore, la libertà morale e l'incolumità personale della vittima, rendendola bersaglio di un vero e proprio stillicidio di comportamenti offensivi e intimidatori, che non possono essere considerati come reazione proporzionata a precedenti aggressioni. Pertanto, in tali casi, il giudice è tenuto a condannare l'imputato per i reati di ingiurie, minacce e percosse, senza poter applicare le invocate cause di giustificazione, in quanto la condotta dell'imputato ha assunto i connotati di una vera e propria persecuzione nei confronti della vittima, che ha subito reiterate violazioni della propria sfera personale e morale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), il (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di Appello di Torino - Sezione Seconda Penale - del 3/12/2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCORDAMAGLIA Irene;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CORASANITI Giuseppe, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per il delitto di ingiuria e la declaratoria di inammissibilita' per il r…

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