Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'amministrazione aggiudicatrice, nell'indire una procedura di gara per l'affidamento di servizi relativi alla gestione di un parco archeologico e di una casa museo, deve rispettare la disciplina legislativa regionale che prevede la prosecuzione dei contratti in essere fino alla prevista approvazione del piano regionale per i beni culturali e, comunque, fino ad una data determinata. Pertanto, l'amministrazione non può disporre l'indizione di una nuova procedura di gara prima della scadenza del contratto in corso, dovendo invece disporre la prosecuzione del rapporto contrattuale esistente. La violazione di tale disciplina legislativa regionale determina l'illegittimità degli atti di indizione della gara e di aggiudicazione. Tuttavia, l'intervenuta esecuzione del contratto di appalto non rende di per sé inammissibile o improcedibile il ricorso tendente all'annullamento degli atti di gara, poiché la relativa statuizione giurisdizionale assume rilievo nel giudizio risarcitorio diretto a ristorare il ricorrente del pregiudizio patito per effetto dell'illegittimità provvedimentale. Ai fini del riconoscimento del risarcimento del danno, grava sul ricorrente l'onere di allegare e provare l'an e il quantum del danno subito.