Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25931 del 24 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:25931PEN

Massima

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Il reato di falso in scrittura privata di cui all'art. 485 c.p. è stato depenalizzato a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. n. 7 del 2016, comportando la revoca delle statuizioni civilistiche di una pronuncia di condanna per tale ipotesi di reato. Tuttavia, per gli altri reati contestati, la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso dell'imputato, in quanto le doglianze da questi sollevate erano già state motivatamente disattese dalla Corte di Appello, non essendo ravvisabile l'unicità del disegno criminoso tra i fatti qui contestati e quelli in precedenza giudicati, non potendosi identificare il requisito psicologico indicato nell'art. 81 c.p. con un generico programma delinquenziale. Pertanto, la pena è stata rideterminata, espungendo la parte relativa al reato depenalizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Bologna in data 02/12/2014;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, perche' il fatto non e' previsto d…

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