Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21318 del 21 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21318PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale non sussiste quando la condotta minacciosa dell'imputato, pur diretta contro pubblici ufficiali, non sia finalizzata a impedire o ostacolare l'attività di ufficio in corso, ma si risolva in una generica offesa e minaccia priva di tale specifica finalità. In tal caso, il fatto integra il diverso reato di minaccia semplice, procedibile a querela di parte. La sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale richiede l'accertamento in concreto che la condotta dell'imputato fosse diretta a impedire o ostacolare l'attività di ufficio in corso da parte dei pubblici ufficiali, non essendo sufficiente la mera presenza di questi ultimi sul luogo. L'intenzione dell'imputato di offendere e minacciare genericamente, senza finalità di impedire l'attività di ufficio, integra il diverso reato di minaccia semplice, procedibile a querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenz - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso la sentenza del 258/2011 del 14/4/2014 della CORTE DI APPELLO DI CAMPOBASSO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. PIETRO GAETA che ha concluso chiedendo annullamento senza rinvio previa riqualificazione del reato in minaccia semplice, estinto per mancanza di querela.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS…

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