Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, nell'esercizio della propria discrezionalità in materia di pianificazione urbanistica, può apportare modifiche sostanziali alle destinazioni d'uso di un'area, anche in accoglimento di osservazioni presentate dai cittadini, senza che ciò comporti l'obbligo di una nuova pubblicazione e raccolta di osservazioni, purché le modifiche non stravolgano i criteri generali e le finalità della variante adottata. La motivazione del provvedimento di approvazione della variante urbanistica, pur dovendo essere più puntuale qualora incida su particolari aspettative del privato, può essere sintetica quando si tratta di mera aspettativa generica, recessiva di fronte alla discrezionalità del potere pubblico di pianificazione. I principi di perequazione urbanistica, pur costituendo uno strumento a disposizione dell'amministrazione, non sono obbligatori e la loro concreta applicazione è rimessa alla discrezionalità degli strumenti di pianificazione territoriale. Pertanto, la diversa disciplina urbanistica impressa a lotti di proprietà di soggetti diversi non integra necessariamente una violazione dei principi di perequazione, né una disparità di trattamento, purché le scelte siano adeguatamente motivate e non risultino abnormi o illogiche.