Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso le ordinanze comunali che hanno istituito aree di sosta riservate ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Le ordinanze impugnate hanno natura di atti amministrativi generali, emanati ai sensi dell'art. 7 del Codice della Strada, i cui destinatari sono indeterminabili ex ante e individuati solo ex post. Pertanto, non sussiste l'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento previsto dall'art. 7 della Legge n. 241/1990. 2. La competenza ad adottare tali ordinanze spetta al Sindaco o al Dirigente comunale, ai sensi dell'art. 7, comma 1, lett. e) del Codice della Strada, e non alla Giunta Comunale, come previsto dal comma 9 dello stesso articolo, in quanto la fattispecie non riguarda la delimitazione di aree pedonali o zone a traffico limitato. 3. Le ordinanze impugnate sono adeguatamente motivate, in quanto contengono riferimenti istruttori e valutazioni in merito alle esigenze di sicurezza stradale e di libera circolazione dei veicoli. 4. L'individuazione delle aree di sosta riservate ai mezzi pesanti non viola il divieto di parcheggio sulla carreggiata, in assenza di prova che i veicoli parcheggiati ostacolino lo scorrimento del traffico. 5. La localizzazione di aree di sosta presso il cimitero non contrasta con le norme igienico-sanitarie, in quanto non si tratta di nuove costruzioni. 6. L'Amministrazione gode di ampia discrezionalità nell'individuare le aree di sosta, senza necessità di motivazione particolare, salvo vizi di manifesta illogicità o carenza assoluta di motivazione. 7. Il ricorrente non può vantare alcun interesse legittimo pretensivo in ordine all'individuazione di specifiche aree di sosta. 8. I motivi aggiunti sono in parte irricevibili per tardività e in parte inammissibili, in quanto attinenti all'esecuzione delle ordinanze e non al loro perfezionamento.