Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35846 del 26 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:35846PEN

Massima

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La presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari per il partecipe ad associazione mafiosa, di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., può essere superata solo quando emergano elementi che dimostrino la stabile rescissione dei legami con l'organizzazione criminosa; in assenza di tali elementi, il giudice della cautela non ha l'onere di argomentare in positivo circa la permanenza delle esigenze, essendo sufficiente il semplice riferimento alla mancanza di fattori che ne attestino l'affievolimento. La presunzione relativa di adeguatezza della sola custodia in carcere, prevista per il partecipe ad associazione mafiosa, non è superata dalla mera detenzione inframuraria o domiciliare, ove risulti che l'indagato abbia mantenuto il controllo delle attività delittuose anche durante la sottoposizione a misura cautelare, essendo il vincolo associativo caratterizzato da una stabilità e capacità di permanenza che prescinde dalle vicende personali dell'associato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo A. - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto L. C. G. - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/02/2018 del TRIB. DEL RIESAME di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere PAOLA BORRELLI;
sentite le conclusioni del Procuratore generale PERLA LORI, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il 9 febbraio 2018, il Collegio del riesame del Tribunale di Messina ha confermato l'ordinanza applicativa della custodia in carcere emessa il 3 gennaio 2018 dal Giudice per le indagini preliminari d…

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