Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26884 del 1 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26884PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può sindacare la motivazione del provvedimento impugnato solo quando questa risulti manifestamente illogica, incoerente o assolutamente inidonea a rendere comprensibile il percorso argomentativo seguito, configurando così una vera e propria violazione di legge. La mera critica alle valutazioni di fatto operate dai giudici di merito, anche se sorretta da argomentazioni ipotetiche o verosimili, non è sufficiente a integrare un vizio di legittimità censurabile in cassazione. Il giudice di legittimità, pertanto, deve limitarsi a verificare la congruità e la razionalità complessiva della motivazione, senza poter sostituire la propria ricostruzione dei fatti a quella operata dai giudici di merito, i quali hanno il potere di apprezzare liberamente gli elementi di prova e di desumere, sulla base di essi, le valutazioni di pericolosità sociale e di sproporzione patrimoniale, purché la motivazione risulti logicamente e giuridicamente coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Maria - Presidente

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Consigliere

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GR. SA. N. IL (OMESSO);

avverso DECRETO del 30/06/2008 della CORTE APPELLO di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. BARTOLINI Francesco;

lette le conclusioni del P.G. Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.

IL FATTO ED I MOTIVI DEL RICORSO PER CASSAZIONE

Il Tribunale di Palermo, con decreto depositato il 19 dicembre 2007, ha emesso nei…

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