Il tentativo di violenza sessuale è configurabile anche in assenza di contatto fisico tra l'imputato e la vittima, quando la condotta dell'agente, consistente nella minaccia di divulgare materiale intimo della persona offesa al fine di ottenere prestazioni sessuali, presenti i requisiti dell'idoneità e dell'univocità dell'invito a compiere atti sessuali, essendo diretta a raggiungere l'appagamento degli istinti dell'agente attraverso la violazione della libertà di autodeterminazione della vittima. La desistenza volontaria non è configurabile una volta che si siano realizzati gli atti da cui origina il meccanismo causale capace di produrre l'evento, potendo operare semmai la diminuente del recesso attivo, qualora l'agente tenga una condotta volta a scongiurare l'evento. L'acquisizione di messaggi WhatsApp attraverso la mera riproduzione fotografica degli screenshot è legittima, non trovando applicazione né la disciplina delle intercettazioni, né quella relativa all'acquisizione di corrispondenza, essendo tali messaggi qualificabili come documenti ai sensi dell'art. 234 c.p.p., la cui genuinità deve essere valutata in concreto, tenendo conto della credibilità della persona offesa e dell'attendibilità delle sue dichiarazioni accusatorie.