Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10010 del 9 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:10010PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il concetto di "appartenenza" all'associazione mafiosa, rilevante ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, si estende oltre la mera "partecipazione" al sodalizio criminale, ricomprendendo anche le condotte di supporto causale e di "vicinanza funzionale" agli interessi della struttura criminale, tali da riflettere una situazione di contiguità al gruppo mafioso, ancorché non sintomatica di una vera e propria intraneità. Pertanto, l'accertamento della pericolosità sociale qualificata, ai sensi del D.Lgs. n. 159 del 2011, art. 4, comma 1, lett. a), può fondarsi sulla pregressa sottoposizione del proposto a misure di prevenzione per la sua "vicinanza funzionale" al sodalizio mafioso, anche in assenza di una condanna penale per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., purché tale accertamento sia adeguatamente motivato e non risulti manifestamente illogico o privo dei requisiti minimi di coerenza e completezza. La confisca di prevenzione può essere disposta sull'intero immobile di cui il proposto abbia avuto la disponibilità di fatto, anche se inizialmente oggetto di comunione ereditaria, in quanto il D.Lgs. n. 159 del 2011, artt. 20 e 24, ammettono il sequestro e la confisca dei beni dei quali la persona nei cui confronti è stata presentata la proposta risulta poter disporre, direttamente o indirettamente. Inoltre, la confisca di prevenzione prescinde dalla regolarità urbanistica del bene e non è incompatibile con l'ordine di demolizione disposto dall'autorità competente, né è necessario procedere alla confisca della sola parte dell'immobile realizzata con risorse sproporzionate, quando la parte residua non sia suscettibile di utilizzazione separata. Infine, l'azione diretta alla confisca di prevenzione non è soggetta a perenzione, in quanto costituisce presupposto ineludibile di applicazione di tale misura la sussistenza della pericolosità sociale del proposto al momento dell'acquisizione del bene, che a quest'ultimo si trasferisce in via permanente e tendenzialmente indissolubile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Frances - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 19/01/2022 della Corte di appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto rigettarsi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe la Corte di appello di Palermo confermava l'anteriore decisione del locale Tribuna…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.