Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 39204 del 17 ottobre 2003

ECLI:IT:CASS:2003:39204PEN

Massima

Massima ufficiale
In tema di lesioni cagionate nel contesto di un'attività sportiva non opera la scriminante di cui agli artt. 50 e 51 c.p. e si verte, invece in una ipotesi di superamento del c.d. «rischio consentito» ogniqualvolta l'agente realizzi l'evento lesivo mediante una violazione volontaria delle regole di gioco, tali da superare appunto i limiti della lealtà sportiva. (Fattispecie in cui, in una partita di calcio, l'imputato poneva in essere un intervento a gambatesa colpendo un ragazzo coetaneo e cagionandogli lesioni guaribili in 40 giorni).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Sezione quarta penale

(OMISSIS)

Motivi della decisione

F.C. era imputato del reato di cui all'articolo 590 Cp poiché – durante un incontro di calcio disputato in un campo di atletica leggera in Enna – per colpa, consentita nel non aver osservato regole di correttezza e di gioco, in un contrasto calcistico con l'avversario M.P., lo colpiva con un calcio alla faccia e gli cagionava una lesione personale, consistita in una frattura alla branca rientrante dalla mandibola destra, giudicata guaribile in giorni 40 (in Enna, 26 dicembre 1995).

Il Pretore di Enna, con sentenza del 18 giugno 1998, lo dichiarava colpevole del reato ascrittogli e lo condannava alla pena di lire 600.000 di multa e al pagamento delle spese processuali, nonché al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita, da liquidarsi in sede civile, e alla rifrazione…

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