Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29893 del 20 agosto 2002

ECLI:IT:CASS:2002:29893PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La legittima difesa, quale causa di giustificazione del reato di lesioni volontarie, presuppone la sussistenza di una situazione di pericolo attuale ed ingiusto per l'integrità fisica dell'agente, tale da rendere assolutamente necessaria e proporzionata la reazione difensiva. Pertanto, non integra gli estremi della legittima difesa la condotta di colui che, pur non avendo riportato alcuna conseguenza fisica a seguito dello scontro, abbia comunque avuto la possibilità di allontanarsi dalla situazione di conflitto, anziché reagire con violenza nei confronti della persona offesa. Inoltre, la legittima difesa non può essere invocata quando l'agente abbia contribuito a determinare la situazione di pericolo per la propria incolumità, essendo in tal caso la sua condotta da considerarsi come causa efficiente del reato.

Sentenza completa

MOTIVI IN FATTO E IN DIRITTO
Il tribunale di Modena in composizione monocratica aveva condannato M. E. alla pena di mesi due e giorni dieci di reclusione -sostituita dalla multa di lire 5.250.000- per i reati di lesioni volontarie e danneggiamento in danno di R. M. Con sentenza 13 febbraio 2001 la corte d'appello di Bologna, parzialmente riformando detta decisione, assolveva il M. dal reato di danneggiamento e, riconosciuta l'attenuante della provocazione in ordine alle lesioni, riduceva la pena inflitta a mesi uno di reclusione, sostituita con la corrispondente multa.
Avverso detta sentenza ha proposto ricorso l'imputato deducendo manifesta illogicità della motivazione, laddove senza adeguata valutazione delle risultanze istruttorie, la corte territoriale ha ritenuto l'attendibilità dei testimoni della parte civile escludendola, invece, per i testimoni dell'imputato, sul solo presupposto della inconciliabilità delle rispettive ricostruzioni. Lamenta …

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