Il sequestro probatorio di supporti informatici, quali computer, smartphone o altri dispositivi, comporta una lesione del diritto alla riservatezza e alla disponibilità esclusiva del patrimonio informativo del titolare di tali strumenti, anche qualora i supporti fisici siano successivamente restituiti previa estrazione di copie forensi dei dati in essi contenuti. Pertanto, il titolare dei dispositivi sequestrati ha un interesse concreto e attuale a impugnare il provvedimento di sequestro, al fine di ottenere la restituzione dei dati e la verifica della legittimità del sequestro, indipendentemente dalla restituzione dei supporti materiali. Tale interesse sussiste in ragione della natura stessa dei dispositivi informatici, destinati per loro natura a raccogliere dati personali, riservati e professionali del titolare, la cui disponibilità esclusiva deve essere tutelata anche a fronte di un sequestro probatorio, salvo che non risulti in modo evidente che i dati acquisiti siano privi di qualsivoglia riferibilità al soggetto interessato. L'interesse all'impugnazione non può essere escluso sulla base di una valutazione astratta e rigida, ma deve essere apprezzato in concreto, tenendo conto della titolarità dei dispositivi e della natura dei dati in essi contenuti.