Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20293 del 27 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20293PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di arresti domiciliari, applicato in sede di indagini preliminari, può essere revocato quando vengono meno i presupposti che ne hanno giustificato l'adozione, determinando così la cessazione dell'interesse del ricorrente all'impugnazione. In tal caso, la rinuncia al ricorso, ritualmente formulata, rende inammissibile l'impugnazione, senza che possano essere poste a carico del ricorrente spese o sanzioni, non essendo individuabili profili di colpa o di soccombenza a suo carico. Il principio di diritto che emerge è che la revoca di una misura cautelare, intervenuta prima della decisione sull'impugnazione, determina la sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, rendendo inammissibile il ricorso senza conseguenze negative per il medesimo. Tale principio si fonda sulla tutela del diritto di difesa e sulla necessità di evitare l'inutile protrarsi di un procedimento privo di concreto interesse per il destinatario della misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Li. Ro. , nata il giorno (OMESSO);

avverso la ordinanza pronunziata ex articolo 309 c.p.p. in data 3.11.2009 dal Tribunale di Milano;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato, il ricorso;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dott. DI TOMASSI Mariastefania;

Udito il Sostituto Procuratore generale dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento la declaratoria d'inammissibilita' del ricor…

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