Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16255 del 17 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16255PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, induce indebitamente un privato a dare o promettere utilità, commette il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, il quale si configura quando il pubblico ufficiale, sfruttando il proprio ruolo e la propria autorità, prospetta al privato conseguenze pregiudizievoli per indurlo a consegnargli denaro o altri vantaggi, anche se il privato accetta la richiesta per evitare danni maggiori alla propria attività o reputazione. Tale condotta è punita in quanto lede il principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, in quanto il pubblico ufficiale antepone il proprio interesse personale a quello pubblico, abusando dei poteri conferiti per finalità estranee al suo ufficio. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva che il privato abbia tratto un vantaggio dall'accordo illecito, in quanto l'elemento centrale è l'indebita costrizione esercitata dal pubblico ufficiale, a prescindere dalle conseguenze per il privato. Inoltre, la mancata denuncia immediata da parte della presunta vittima non esclude la responsabilità del pubblico ufficiale, in quanto il timore di conseguenze pregiudizievoli può giustificare il silenzio iniziale del privato. Infine, la continuità criminosa tra episodi di induzione indebita commessi a distanza di anni nei confronti della stessa persona offesa non può essere automaticamente riconosciuta, in quanto richiede una valutazione specifica della sussistenza dei relativi presupposti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5949/2013 CORTE APPELLO di TORINO, del 19/03/2014;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DI STEFANO PIERLUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANIELLO ROBERTO, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso

Udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha depositato una "scrittura privata di transazione" a definizione della azione civ…

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