Il giudice di merito, nell'accertare la responsabilità per diffamazione a mezzo stampa, ha il potere di valutare in modo insindacabile in sede di legittimità il contenuto degli scritti, le espressioni usate come lesive della reputazione altrui, l'esclusione della scriminante dell'esercizio del diritto di cronaca e di critica, purché la motivazione sia logica e congrua. Inoltre, il giudice può individuare come vittime della condotta illecita non solo il soggetto direttamente leso, ma anche i componenti del suo nucleo familiare, qualora risulti che la loro attività relazionale e sociale sia stata pregiudicata in modo diretto dalla diffamazione mediatica. Il controllo di legittimità sulla sentenza di merito è limitato alla verifica dell'avvenuto esame, da parte del giudice, della sussistenza dei requisiti della continenza, della veridicità dei fatti narrati e dell'interesse pubblico alla pubblicazione delle notizie. La condanna alle spese di giudizio può essere disposta anche in caso di nullità della sentenza di primo grado, in considerazione dell'esito complessivo della lite.