Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10161 del 14 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10161PEN

Massima

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La minaccia di morte, anche se pronunciata in un contesto di tensione e rabbia, integra il reato di minaccia qualora risulti idonea a suscitare nella persona offesa il timore di un male ingiusto per la propria integrità fisica, a prescindere dalla concreta volontà dell'agente di dare seguito alla minaccia. L'imprecisione o genericità delle modalità della minaccia non esclude la sua idoneità intimidatoria, essendo sufficiente che la persona offesa abbia percepito la prospettiva di un male ingiusto per la propria persona. La valutazione della gravità e della concreta idoneità della minaccia a suscitare il timore nella vittima è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui accertamento non può essere sindacato in sede di legittimità se adeguatamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacom - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PO. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6/2009 TRIBUNALE di ANCONA, del 02/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Cedrangolo Oscar, che ha concluso per inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore avv. Ragnini, dif…

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