Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26433 del 26 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:26433PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale causa di giustificazione della diffamazione, sussiste quando la condotta dell'agente si inserisce in un contesto di polemica pubblica, è pertinente e contenuta nei limiti della continenza verbale, anche se la verità dei fatti posti a fondamento della critica non risulta pienamente dimostrata, purché la divergenza tra quanto affermato e la realtà non sia macroscopica e la critica non assuma carattere gratuito e meramente offensivo. In particolare, il diritto di critica può essere esercitato anche in risposta a precedenti affermazioni offensive o insinuanti sulla condotta dell'agente, al fine di controbattere e difendere il proprio operato, senza che ciò comporti un superamento dei limiti della continenza verbale, ove la replica risulti proporzionata e non trascenda in attacchi personali ingiustificati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/03/2015 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO;
Udito il Procuratore Generale in persona della Dott.ssa MARINELLI FELICETTA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Uditi: l'Avv.to (Ndr: testo originale non comprensibile) (…

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