Il mancato o irregolare pagamento del canone di concessione, in violazione delle modalità e tempistiche previste contrattualmente, costituisce grave inadempimento che legittima l'amministrazione concedente a risolvere il rapporto concessorio, anche in presenza di una clausola risolutiva espressa che preveda la risoluzione per reiterate inadempienze non eliminate dal concessionario, senza che sia necessaria una valutazione della gravità dell'inadempimento ai sensi dell'art. 1455 c.c. Infatti, il pagamento del canone alle scadenze pattuite rappresenta un obbligo essenziale del contratto di concessione, la cui inosservanza reiterata per più di tre volte, come previsto dalla clausola risolutiva, consente all'amministrazione di procedere legittimamente alla risoluzione del rapporto, incamerando contestualmente la cauzione prestata a garanzia, fatti salvi i diritti di risarcimento per eventuali danni subiti. La giurisdizione sulle controversie relative alla concessione di beni pubblici, incluse quelle inerenti alla decadenza o risoluzione del rapporto concessorio per inadempimento del concessionario, spetta in via esclusiva al giudice amministrativo.