Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21250 del 17 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21250PEN

Massima

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Il reato di diffamazione sussiste anche quando l'offesa alla reputazione di una persona sia stata pronunciata in presenza di un solo interlocutore, purché questi abbia compreso l'identità della persona offesa, essendo irrilevante la presenza di altri soggetti al momento della condotta diffamatoria. La motivazione della sentenza che afferma l'individuabilità della persona offesa non è censurabile, in assenza di elementi specifici che ne contrastino l'accertamento. L'ordinanza che rigetta la richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale è legittima quando i nuovi testi non avrebbero potuto aggiungere elementi essenziali al quadro probatorio già delineato, essendo sufficiente la prova dell'avvenuta pronuncia delle espressioni offensive in presenza di almeno un interlocutore che ne abbia compreso il destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2/2012 TRIB. SEZ. DIST. di CARINI, del 28/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Aniello che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione (OMISSIS) avverso la sentenza del Tribunale di Palermo - sezione dista…

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