Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42033 del 26 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:42033PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'imputato, consapevole dell'innocenza della persona denunciata, espone in denuncia fatti non corrispondenti al vero, anche se relativi a circostanze accessorie o secondarie, purché idonei a determinare l'avvio di un procedimento penale a carico dell'incolpato. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, non è vincolato alla sola versione dei fatti offerta dalla parte lesa, potendo desumere la consapevolezza della falsità della denuncia anche da altri elementi probatori, come la perizia tecnica e le dichiarazioni di terzi, senza che l'imputato abbia dedotto prova contraria. L'omessa motivazione sulla richiesta di rinnovazione del dibattimento non costituisce vizio della sentenza, essendo sufficiente che il giudice motivi la diversa valutazione della necessità di un ulteriore approfondimento istruttorio, in presenza di una presunzione di completezza dell'istruttoria svolta in primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. Pi. Gi. , nato a (OMESSO)) il (OMESSO);

avverso la sentenza del 18/11/2008 della Corte di appello di Ancona;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore, a…

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