L'associazione finalizzata alla ricettazione, riciclaggio e commercializzazione di autovetture provento di furto o truffa, con la collaborazione di più soggetti che svolgono ruoli specifici nell'ambito dell'organizzazione criminale, integra il reato di associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p., con l'aggravante prevista dal comma 3 dello stesso articolo per il capo dell'associazione. I singoli membri dell'associazione, attraverso condotte di modifica dei numeri di targa e telaio, formazione di falsa documentazione e compravendita delle autovetture di provenienza delittuosa, commettono i reati di riciclaggio, ricettazione e falsità in atti, in concorso tra loro. Il principio del "ne bis in idem" non opera quando le condotte delittuose, pur avendo in parte la medesima matrice fattuale, sono state realizzate in diversi Stati e integrano reati autonomi, come il reato di ricettazione accertato all'estero e quello di riciclaggio contestato in Italia. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione è adeguatamente motivato in relazione alla gravità dei fatti, alla reiterazione delle condotte e all'assenza di elementi positivi idonei a giustificare tali benefici.