Il diritto alla corresponsione della rivalutazione e degli interessi legali sulle somme erogate in ritardo a seguito dell'applicazione dell'istituto dell'allineamento stipendiale e della retrodatazione della nomina a pubblico impiego è pienamente riconosciuto e tutelato dall'ordinamento giuridico. L'amministrazione è tenuta a provvedere tempestivamente al pagamento di tali somme, al fine di garantire il rispetto del principio di parità di trattamento economico tra i pubblici dipendenti e di tutelare il loro legittimo affidamento. Il ritardo nell'erogazione delle spettanze dovute comporta l'obbligo per l'amministrazione di corrispondere la rivalutazione monetaria e gli interessi legali, a ristoro del pregiudizio economico subito dal lavoratore. Il diritto al riconoscimento di tali accessori è autonomo e distinto rispetto al diritto principale all'adeguamento retributivo, trovando fondamento nei principi di correttezza e buona fede che devono informare l'azione amministrativa. L'accertamento giurisdizionale di tale diritto, anche in assenza di una espressa domanda di condanna, determina la cessazione della materia del contendere, in quanto l'amministrazione è tenuta a provvedere spontaneamente al pagamento delle somme dovute, al fine di ripristinare la posizione giuridica del dipendente ingiustamente leso.