Consiglio di Stato sentenza n. 2357 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:2357SENT

Massima

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Il diniego di condono edilizio è legittimo quando le opere per le quali è stata presentata la domanda di sanatoria risultano difformi da quanto dichiarato nella stessa, in quanto realizzate in assenza di titolo abilitativo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. In tali casi, l'Amministrazione è tenuta a disporre la demolizione delle opere abusive, in quanto provvedimento vincolato e doveroso, a prescindere dalla pendenza del giudizio di impugnazione del diniego di condono, essendo sufficiente l'accertamento dell'abuso e della mancanza di titolo edilizio. Il Comune non è tenuto a motivare ulteriormente l'ordine di demolizione, essendo questo atto dovuto per il ripristino della legalità violata, senza necessità di valutazioni discrezionali in merito all'interesse pubblico. Pertanto, il diniego di condono edilizio e il successivo ordine di demolizione sono legittimi quando le opere realizzate risultano difformi da quanto dichiarato nella domanda di sanatoria, essendo in tal caso l'Amministrazione tenuta a disporre la demolizione come atto vincolato e doveroso, a prescindere dalla pendenza del giudizio di impugnazione del diniego di condono.

Sentenza completa

Pubblicato il 18/04/2018

N. 02357/2018REG.PROV.COLL.

N. 01936/2014 REG.RIC.

N. 01937/2014 REG.RIC.

N. 01938/2014 REG.RIC.

N. 01939/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1936 del 2014, proposto dalla signora:
Alessia Paulis, rappresentata e difesa dagli avvocati Antonio Campagnola e Monica Galano, con domicilio eletto presso lo studio dei difensori in Roma, via Lutezia, 8;

contro

il Comune di Genzano di Roma, non costituito in giudizio;

sul ricorso numero di registro generale 1937 del 2014, proposto dal signor:
Roberto Di Serio, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio Campagnola e Monica Galano, con domicilio eletto presso lo studio dei difensori in Roma, via Lutezia, 8;

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