Il reato di corruzione elettorale di cui all'art. 86 del D.P.R. n. 570 del 1960 si configura quando l'agente, al fine di ottenere il voto elettorale a proprio o altrui vantaggio, dà, offre o promette qualunque utilità a uno o più elettori. L'elemento materiale del reato è integrato dalla mera promessa di utilità, a prescindere dall'effettiva accettazione da parte dell'elettore, essendo sufficiente la semplice offerta finalizzata al condizionamento della volontà dell'elettore. La condotta illecita può concretizzarsi in qualsiasi forma di utilità, anche non patrimoniale, purché idonea a influenzare il libero esercizio del diritto di voto. Il reato è integrato anche quando l'agente si adopera per ottenere, in favore di terzi, benefici o agevolazioni da parte della pubblica amministrazione, al fine di ottenerne il sostegno elettorale. La prescrizione del reato di corruzione elettorale è disciplinata dagli artt. 157 e ss. c.p., a prescindere dal termine di decadenza per l'esercizio dell'azione penale previsto dall'art. 100 del D.P.R. n. 570 del 1960.