Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31882 del 12 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:31882PEN

Massima

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Il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che si appropria di somme di denaro afferenti al risparmio postale, di cui ha avuto la disponibilità in ragione dei poteri certificativi e di contabilizzazione attribuiti al direttore dell'ufficio postale in virtù della pubblica funzione rivestita, risponde del reato di peculato e non di appropriazione indebita, in quanto riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio. L'attività di raccolta del risparmio postale, disciplinata da norme di diritto pubblico, riveste natura pubblicistica, a prescindere dalla connotazione soggettiva dell'ente che la svolge, essendo necessario verificare, ai fini della qualificazione giuridica, se l'attività sia o meno regolata da norme di diritto pubblico, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto che la esercita. Pertanto, il responsabile di un ufficio postale che si appropri di somme di denaro di cui ha avuto la disponibilità in quanto aveva accesso alla corrispondenza, deve essere riconosciuto come pubblico ufficiale, in ragione dei poteri di certificazione esercitati per le consegne o i versamenti di somme di denaro effettuati dagli utenti e per la contabilizzazione dei relativi passaggi o movimenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRICCHETTI Renato - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. GIORGI M. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/05/2019 della Corte d'appello di Potenza.
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo, previa qualificazione giuridica del fatto come appropriazione indebita, l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione e con…

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