Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7057 del 23 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:7057PEN

Massima

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Il reato di minaccia, ai sensi dell'art. 612 c.p., si configura quando la condotta dell'agente sia idonea a incutere timore nella persona offesa, senza che sia necessario l'effettivo compimento dell'azione minacciata. Ai fini della qualificazione giuridica del fatto, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della corrispondenza tra la descrizione dell'imputazione e la condotta concretamente posta in essere dall'imputato, purché tale valutazione sia sorretta da adeguata motivazione e non risulti manifestamente illogica o irragionevole. La remissione di querela, intervenuta per il reato di minaccia, determina l'estinzione del reato stesso, essendo questo procedibile a querela di parte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Ancona;

nel procedimento penale a carico di:

Ro. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Giudice di Pace di ((omissis)) del Tronto in data 18.5.2010;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha conclus…

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