Cassazione penale Sez. II sentenza n. 44048 del 15 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:44048PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la minaccia di un male è prospettata come certa e realizzabile ad opera del reo o di altri, in modo tale da costringere la vittima a procurare all'agente un ingiusto profitto, mentre ricorre il reato di truffa quando il male viene ventilato come possibile ed eventuale, senza che la vittima sia coartata nella sua volontà. Il concorso tra i reati di rapina ed estorsione è ammissibile qualora le condotte del reo siano diverse e temporalmente non coincidenti, potendosi configurare la rapina laddove la minaccia sia servita per impossessarsi di beni della vittima, ed l'estorsione ove le reiterate minacce abbiano costretto la vittima a consegnare denaro. L'applicazione della disciplina della continuazione rientra nell'ampio potere discrezionale del giudice di merito, il quale può aumentare la pena prevista per il reato più grave fino al triplo, valutando globalmente gli elementi indicati nell'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 7269/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 01/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/12/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Riello Luigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore avv. Del Savio Bonando Mara di Torino che chiede l'accoglimento del ricorso.

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