Il concessionario di un complesso immobiliare, affidato in concessione dalla Regione per la sua valorizzazione, non può legittimamente sospendere o ridurre unilateralmente il pagamento del canone concessorio in assenza di un previo accordo con il concedente, anche qualora il concessionario abbia effettuato a proprie spese interventi di manutenzione straordinaria non preventivamente autorizzati. L'eccezione di inadempimento contrattuale, ai sensi dell'art. 1460 c.c., può essere validamente opposta dal concessionario solo ove sussista una proporzionalità tra i reciproci inadempimenti delle parti, valutata secondo il principio di buona fede oggettiva di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c., e non già in base alla mera rappresentazione soggettiva che le parti si siano fatte dell'entità dei rispettivi inadempimenti. Pertanto, il concessionario che abbia unilateralmente sospeso o ridotto il pagamento del canone, senza il previo accordo del concedente, non può invocare validamente l'eccezione di inadempimento contrattuale, essendo tale condotta contraria al dovere di correttezza e buona fede nell'esecuzione del contratto.