Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La tutela penale dell'onore e del decoro della persona deve essere valutata secondo un criterio di media convenzionale, in relazione alle personalità dell'offeso e dell'offensore, al contesto in cui le espressioni sono pronunciate e alla coscienza sociale, tenendo conto dell'evoluzione dei costumi comunicativi. Pertanto, espressioni che, pur potendo apparire offensive, si inseriscono nel quadro di un persistente conflitto personale e familiare e non superano i limiti invalicabili posti a tutela della dignità umana, non integrano il reato di ingiuria, in quanto rientrano nell'ambito della libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'articolo 2 della Costituzione. Il giudice, nel valutare la rilevanza penale delle espressioni utilizzate, deve quindi contestualizzarle, considerando la soggettiva percezione dell'imputato e l'evoluzione dei costumi comunicativi, senza limitarsi a un mero giudizio di astratta offensività.