Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9718 del 3 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:9718PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le espressioni minacciose pronunciate da un soggetto nei confronti di un altro, in relazione a una controversia giudiziaria concernente l'affidamento di figli minori, non integrano il reato di minaccia qualora risulti che tali espressioni abbiano avuto il mero scopo di esplicitare, sia pure in termini rozzi e caratterizzati da presunzione, l'aspettativa a sé favorevole di chi le ha pronunciate in merito all'esito del procedimento giudiziario, senza che sia stato segnalato alcun elemento in base al quale ritenere che l'imputato abbia alluso a un qualche male ai danni dell'interlocutore, al di là di quanto connesso all'esito giudiziale da lui sperato e reputato sicuro. In tali casi, pertanto, il fatto non sussiste e la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Va. Se. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 23-5-08 dal Tribunale di Genova;

Visti gli atti, il provvedimento denunciato ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DI RICOR…

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