Il decorso del termine di 120 giorni dalla presentazione della domanda di concessione edilizia, senza che l'amministrazione comunale comunichi il provvedimento di diniego, determina l'assenso tacito all'istanza, attribuendo al richiedente una posizione equiparabile all'ottenimento della concessione. Tuttavia, tale silenzio assenso non determina il perfezionamento del procedimento, il quale rimane aperto fino alla comunicazione dell'inizio dei lavori da parte dell'interessato. Solo a seguito di tale comunicazione, l'amministrazione dispone di un ulteriore termine di 30 giorni per verificare la sussistenza dei requisiti e, in caso di loro mancanza, adottare un provvedimento di annullamento motivato, valutando gli interessi pubblici e privati coinvolti. Decorso tale termine di 30 giorni senza l'adozione di alcun provvedimento, il silenzio assenso si consolida, precludendo all'amministrazione ogni ulteriore intervento di primo grado. Ciò non esclude, tuttavia, il potere di autotutela dell'amministrazione, che potrà comunque adottare un provvedimento di annullamento d'ufficio ai sensi dell'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, purché entro un termine ragionevole, per sopravvenute ragioni di interesse pubblico e previa adeguata motivazione sulla comparazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, salvo che il privato non abbia già completato i lavori, nel qual caso l'annullamento potrà essere disposto solo in presenza di gravi e comprovati motivi di pubblico interesse.