La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Nei comuni non dotati di piano urbanistico comunale adeguato al Piano Paesaggistico Regionale, gli interventi edilizi nelle zone territoriali omogenee C, D, G ed F, all'interno della fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia, possono essere realizzati solo se previsti da strumenti attuativi già approvati e convenzionati, a condizione che le relative opere di urbanizzazione siano state legittimamente avviate prima dell'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale. Oltre tale fascia sono realizzabili gli interventi previsti nei piani attuativi regolarmente approvati e, se di iniziativa privata, convenzionati. L'assenza dei requisiti di contiguità al tessuto urbano consolidato e di interclusione del lotto da elementi geografici, infrastrutturali ed insediativi, comporta l'incompatibilità dell'intervento edilizio con le norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale. Il mutamento del quadro normativo di riferimento, con l'abrogazione della disciplina transitoria prevista dalla legislazione regionale, non consente di invocare il principio di legittimo affidamento, in assenza di un titolo edilizio già rilasciato. L'Amministrazione, nell'esercizio di un'attività vincolata, non è tenuta a comunicare i motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, qualora il contraddittorio procedimentale sia stato comunque assicurato.