Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21527 del 20 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:21527PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione patrimoniale, può disporre la confisca dei beni nella disponibilità del proposto, anche se formalmente intestati a terzi, qualora emerga la sproporzione tra il valore di tali beni e la capacità reddituale e le attività economiche dichiarate dal prevenuto. Tale sproporzione, unitamente agli elementi indiziari di pericolosità sociale del proposto, integra il presupposto per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, in assenza di una dimostrazione da parte del proposto della legittima provenienza delle risorse utilizzate per gli investimenti immobiliari. Infatti, il giudice di merito può ritenere che le risorse finanziarie eccezionalmente percepite dal proposto a titolo di indennizzo per ingiusta detenzione, pur potendo giustificare l'acquisto di un bene nel periodo immediatamente successivo, non siano sufficienti a giustificare gli ulteriori investimenti immobiliari effettuati in un arco temporale più ampio, durante il quale il proposto ha dimostrato una sistematica incapacità reddituale e un deficit economico del proprio nucleo familiare, non adeguatamente compensato da altre entrate lecite. In tale contesto, la motivazione del provvedimento di confisca, che evidenzi in modo completo e coerente tali elementi, non può essere considerata meramente apparente, essendo idonea a illustrare le ragioni della decisione adottata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. APRILE E. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 15/02/2019 della Corte di appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Ercole Aprile;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Casella Giuseppina, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto sopra indicato la Corte di appello la Corte di appello di Reggio Ca…

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