Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26224 del 14 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26224PEN

Massima

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Il mutamento della qualificazione giuridica del fatto, a seguito di una successione di leggi penali nel tempo, non comporta la riduzione retroattiva dei termini di custodia cautelare già decorsi nella fase di primo grado, in quanto l'entità della pena cui riferirsi per stabilire la durata del termine di fase è data dal massimo della pena edittale prevista per il reato contestato, e non dalla quantificazione stabilita nella sentenza di condanna. Pertanto, la scarcerazione per decorrenza dei termini, quale tutela di un diritto primario e costituzionalmente garantito, può essere disposta solo in presenza di una illegittimità pregressa da rimuovere, mentre il mero mutamento della qualificazione giuridica del fatto, essendo un evento fisiologico del processo penale, non legittima effetti retroattivi sulla privazione della libertà personale già subita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 6959/2012 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 29/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale del riesame di Napoli, con ordinanza del 29 novembre 2012, ha respinto l'appello di (OMISSIS) avverso l'ordinanza 14 agosto 2012 della Corte di Appello …

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