Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30222 del 30 agosto 2002

ECLI:IT:CASS:2002:30222PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'esercizio abusivo di una professione sanitaria, come quello di medico-dentista, integra il reato previsto dall'art. 348 c.p. quando l'agente svolge attività riservate a tale professione, con piena consapevolezza della propria irregolare posizione, come dimostrato da comportamenti quali la distribuzione di biglietti da visita con il titolo professionale. Il dolo del reato è pertanto pienamente provato dalle modalità della condotta e dagli altri comportamenti dell'imputato, senza che sia necessario accertare ulteriori elementi psicologici. La sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, equiparata a sentenza di condanna, è valutabile ai fini della determinazione della pena in un successivo processo. Inoltre, l'inammissibilità del ricorso per cassazione determina il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, rendendo irrilevante la successiva scadenza del termine di prescrizione. Infine, la parte civile costituita, pur avendo diritto di partecipare al giudizio di appello e di cassazione anche in assenza di propria impugnazione, non può ottenere il risarcimento del danno se l'imputato è stato assolto in primo grado e condannato solo a seguito dell'appello del pubblico ministero, in quanto l'autonomia delle impugnazioni implica che il pubblico ministero non possa sostituirsi alla parte civile per far valere questioni di interesse privato.

Sentenza completa

IN FATTO E DIRITTO
Avverso la sentenza della Corte d'appello di Venezia 3 ottobre 2001 n. 1575 -con la quale, in riforma della sentenza del Pretore di Padova/Piove di Sacco 8 luglio 1998 n. 89, appellata dal P.M., E. S. è stato dichiarato colpevole del reato ascrittogli per aver esercitato abusivamente la professione di medico-dentista- hanno proposto ricorso per cassazione lo stesso S. e M. P., legale rappresentante dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Sezione provinciale di Padova, chiedendone l'annullamento per i seguenti motivi:
il S.
1. manifesta illogicità della motivazione o motivazione apparente (art. 606 lett. e) c.p.p.) in ordine alla sussistenza del fatto, con conseguente violazione dell'art. 530 c.p.p., perché la Corte d'appello ha fondato la propria decisione esclusivamente sulla testimonianza di M. B., investigatore privato inviato dall'A.N.D.I. ad eseguire un sopralluogo presso lo studio dentistico del dr. H.A. K. fing…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.