Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24825 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24825PEN

Massima

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Il concorso morale nel reato si realizza quando la condotta dell'imputato, pur in assenza di un previo accordo, rafforza la volontà degli autori materiali del fatto, accrescendone il senso di sicurezza e apportando un contributo causale che alimenta e fomenta la violenza del gruppo, anche senza la partecipazione fisica dell'imputato agli atti materiali. In tali ipotesi, la semplice presenza sul luogo dei fatti non è sufficiente a integrare la fattispecie concorsuale, essendo necessaria una condotta attiva di istigazione o di rafforzamento del proposito criminoso altrui. Il giudice di merito, nel valutare il bilanciamento tra le circostanze attenuanti e aggravanti, gode di un ampio potere discrezionale, la cui motivazione è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - rel. Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. SI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2219/2006 CORTE APPELLO di SALERNO, del 09/04/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CLAUDIA SQUASSONI;

udito il P.G. in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

In parziale riforma della decisione de…

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