Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28237 del 28 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:28237PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, reiterata nel tempo, cagiona un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima, ovvero ne modifica significativamente e protrattamente le abitudini di vita, inducendola a evitare l'ingerenza del molestatore nella propria sfera privata. La pluralità degli atti persecutori, richiesta dalla norma incriminatrice, può essere integrata anche da due sole condotte di minaccia o molestia, pur se commesse in un breve arco di tempo o intervallate da un prolungato lasso temporale. Le dichiarazioni accusatorie della persona offesa, adeguatamente valutate dal giudice di merito sotto il profilo della credibilità soggettiva e dell'attendibilità intrinseca, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza necessità di ulteriori riscontri esterni. Il principio del ne bis in idem non opera quando il nuovo procedimento penale abbia ad oggetto condotte parzialmente coincidenti, sotto il profilo temporale, con quelle già oggetto di precedente condanna, in quanto si tratta di fatti distinti e autonomi. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, fondata sull'impossibilità per il giudice di legittimità di rivalutare il compendio probatorio, non è superata dall'eventuale improcedibilità del reato per mancanza di querela, in quanto tale circostanza non incide sul giudicato sostanziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2022 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALFREDO GUARDIANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LUCIA ODELLO;
che ha concluso chiedendo:
udito il difensore.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Firenze confermava la sentenza con cui il tribunale di Siena, in data (…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.