Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14813 del 13 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:14813PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 61, n. 5, c.p. ha natura oggettiva e si integra per il solo fatto, obiettivamente considerato, della ricorrenza di condizioni utili a facilitare il compimento dell'azione criminosa, senza che sia necessario il dolo specifico o l'intenzionale ricerca di tali circostanze da parte dell'agente. Ai fini dell'applicazione dell'attenuante della provocazione, non è richiesta una vera e propria proporzione tra l'offesa e la reazione, ma è necessaria una relazione di adeguatezza della risposta rispetto alla gravità del fatto altrui, tale da escludere che la reazione dell'imputato sia stata determinata da sentimenti di rancore o vendetta anziché dallo stato d'ira. Il giudizio di bilanciamento tra circostanze di segno opposto può essere adeguatamente motivato con il richiamo alle concrete modalità dell'azione, caratterizzata da un considerevole spessore criminologico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/01/2019 della CORTE ASSISE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere TALERICO PALMA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LOY MARIA FRANCESCA che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
uditi i difensori: l'avv. (OMISSIS) del foro di COSENZA, in difesa di (OMISSIS), conclude per l'inammissibilita' de…

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